Luca Alinari, nasce il 27 ottobre 1943 a Firenze.
Durante gli anni universitari, frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia, dedicandosi inizialmente alla critica letteraria.
La sua esperienza nel campo editoriale lo porta a diventare redattore di riviste e recensore di narrativa, e nel corso del tempo stabilisce rapporti significativi con importanti figure come
Domenico Rea,
Alfonso Gatto, il premio Nobel
José Saramago,
Edoardo Sanguineti e
Goffredo Parise.
Parallelamente,
Alinari lavora nel settore della comunicazione scritta e televisiva per alcuni anni.
Nel 1979, dà vita alla rivista d'arte "Signorina Rosina", che dirige con passione e impegno.
Nel frattempo, continua a vivere attivamente nel mondo intellettuale e artistico, arricchendo la sua esperienza e le sue conoscenze.
La sua prima mostra personale risalente al 1969, presso una galleria fiorentina, segna l'inizio di una carriera che renderà
Luca Alinari un intellettuale di spicco nel panorama culturale italiano.
Oltre alla pittura figurativa, ha dimostrato interesse per eventi, happening e pièce teatrali d'avanguardia.
Il suo primo punto di riferimento stilistico è stato il
Neodada, che lo ha spinto a esplorare una vasta gamma di tecniche artistiche, tra cui l'uso di
colori fluorescenti, la
decalcomania, il
collage e le
trasposizioni fotografiche.
Nel campo della
pittura,
Alinari ha offerto spunti e idee che hanno influenzato il movimento artistico italiano degli anni Settanta e Ottanta, come il movimento
Nuovi-Nuovi e la
Transavanguardia.
La sua figura eclettica rappresenta un punto di connessione tra la generazione
post-Pop Art degli anni Settanta e Ottanta e le sperimentazioni neofigurative degli anni Novanta.
Tuttavia, è negli anni Ottanta che ha sviluppato uno stile distintivo caratterizzato dalla creazione di bestiari, personaggi fantastici e paesaggi immaginari, che sono diventati il suo segno di riconoscimento unico.
Questi mondi immaginari rappresentano una sorta di metafora onirica degli avvenimenti contemporanei, espressi attraverso un tratto preciso e un'attenta osservazione della natura e del comportamento umano.
Nelle sue opere alberga un'ironia critica.
Lo spaziamento fantastico che si esplica attraverso il gioco lo induce ad un'altra possibile realtà dove ogni cosa è animata.
L'artista è anche un grande insinuatore di dubbi, poiché la sua pittura risulta intrigante, nell'invito di lasciarsi coinvolgere nel racconto fantastico.
La pittura di
Alinari è narrativa.
Ogni centimetro quadrato dell'opera è il luogo di metamorfosi in cui la forma e il colore si riproducono dando luogo a nuovi disegni e nuovi cromatismi. Nella sua pittura c'è un andamento fiabesco ma anche aggressivo.
Le figure sembrano sovrapporsi e aggredirsi, sgomitando ed urlando.
Lo spazio nelle opere è divisibile in segmenti, ognuno dei quali forma una nuova immagine all'interno della stessa opera.
Le immagini proposte sono riproduzioni della memoria, apparizioni, miraggi.
La sua reputazione crescente gli ha consentito di partecipare a prestigiose manifestazioni artistiche, come la
Biennale di Venezia nel 1982 e la
Quadriennale di Roma nel 1986, consolidando il suo ruolo di rilievo nel panorama artistico.
Nel 1990,
Luca Alinari realizza il drappellone della carriera di agosto, un'importante tradizione legata al Palio di Siena, che oggi è gelosamente custodito dal popolo di Via dei Servi, Contrada di Valdimontone.
Questo striscione, caratterizzato da un'estrosità fiabesca e lunatica, è popolato da un bestiario infantile e policromo che interpreta fedelmente lo spirito di euforia della festa senese in una visione suggestiva, come era tipico dello stile di
Alinari.
Nel 1999, un autoritratto dell'artista viene acquisito dal
museo degli Uffizi per essere inserito nella famosa collezione di autoritratti esposta nel Corridoio del Vasari.
Successivamente,
Alinari ha esposto in mostre a Shanghai e Pechino, e nel 2013 ha creato il logo dei Mondiali di Ciclismo, che per la prima volta si sono tenuti in Toscana.
Dopo la sua morte, il 15 marzo 2019, il Museo del Bardo a Tunisi ha ospitato l'ultima mostra retrospettiva a lui dedicata.
La sua arte lascia un'impronta significativa sia a livello nazionale che internazionale, testimonianza del suo talento eclettico e della sua capacità di esprimersi in modi diversi in contesti fortemente diversi.