Valerio Adami nasce nel 1935 a Bologna. La sua famiglia si trasferisce presto a Milano, dove il giovane Valerio frequenta il liceo e sviluppa i suoi interessi artistici, che può ampliare con lo studio dell’arte antica e rinascimentale durante un viaggio a Roma.
Ma è a Venezia che la sua scelta di vita dedicata alla pittura diventa consapevole ed esplicita, vincendo anche una certa resistenza paterna: conosce
Felice Carena, artista già affermato e comincia a dipingere nel suo studio. A Venezia conosce soprattutto
Oskar Kokoschka, che segna una svolta nella sua giovinezza.
Quando, alla Biennale del 1952, egli vede il grande trittico
Prometheus, ne resta profondamente colpito: grazie al genio di
Kokoschka, scopre che
“la pittura è molto di più che la pittura”, ha dichiarato recentemente.
Intanto si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove segue i corsi di
Achille Funi, sotto la cui guida si svolge il suo vero apprendistato tecnico, soprattutto nell’arte del disegno: “
disegnavamo otto ore al giorno, ci pensavamo ad Atene, con , Mengs, David e Appiani”, scriverà più tardi.
Nel 1952 visita anche il Salon de Mai di Parigi ed incontra il poeta
Edouard Glissant, grazie al quale conosce poi gli artisti
Roberto Sebastian Matta e
Wilfredo Lam, con cui rimarrà sempre in stretto rapporto di amicizia.
Dal 1956 nella firma dei suoi lavori abbandona il doppio cognome di famiglia e sceglie il nome
Adami. Due anni dopo compie il suo primo viaggio a Londra, dove soggiorna durante l’inverno e conosce
Francis Bacon.
Nel 1959 presenta alla Galleria del Naviglio di Milano un gruppo di opere col titolo
Liturgie di un fatto.
L’anno seguente la galleria L’Attico di Roma organizza una sua personale; partecipa anche alla rassegna
Young Italian Painters presso il Museo d’arte moderna di
Kamakura in Giappone; espone inoltre presso la
Galerie Art di Brema.
Nei primi anni ’60 vive tra l’Italia, dove ha lo studio sul lago d’Orta, Parigi e Londra, ed è presente in varie rassegne internazionali:
Italian Artists, organizzata dalla
Cambridge Art Association di Boston;
Anti-procès, curata da
Alain Jouffroy a Milano; viene inoltre invitato da
Roland Penrose ad esporre presso l’
Institute of Contemporary Art di Londra.
Sposa
Camilla, anche lei pittrice, che firmerà i suoi lavori con lo stesso cognome:
Adami; si stabilisce quindi ad Arona, sul lago Maggiore, ma vive anche a Londra, dove conosce
Graham Sutherland e stringe rapporti con
Jim Dine e
Richard Hamilton.
Dipinge una serie di opere sul tema
Alice nel paese della violenza.
Valerio Adami - Alice nel_paese della violenza
In occasione della grande mostra personale presso il
Museo de Bellas Artes di Caracas, nel 1969, soggiorna in quella città con
Carlos Fuentes, col quale compie poi un viaggio in Messico, dove nasce la sua amicizia con
Octavio Paz.
Apre un nuovo studio nelle Fiandre, vicino ad Ostenda, dove dipinge
Sala d’aspetto alla Paddington Station,
Interno pubblico,
The ring.
Soggiorna anche a Marrakech, dove dipinge la serie di opere
Les Arabes.
Nel 1970 il Musée de la ville de Paris (ARC) organizza, a cura di Pierre Gaudibert, una sua grande retrospettiva, che verrà poi trasferita al
Kunstverein di ULM. Quello è anche l’anno della sua prima personale presso la
Galerie Maegt di Parigi, dove poi esporrà regolarmente: in quell’occasione esce il numero 188 di
Derrière le Miroir, con uno scritto dell’amico poeta
Jaques Dupin.
Nel 1971 riprende la serie dei ritratti letterari, dedicati agli intellettuali che hanno lasciato un segno nella storia contemporanea e nella sua stessa vita:
James Joyce,
Anton von Webern; più tardi dipingerà anche
Gustav Mahler a Dobbiaco;
Dr. Sgm. Freud; ed ancora un ritratto di
Gandhi.
Ne
La domenica di Amburgo ed in altre opere, che saranno esposte nella Galleria Maeght di Zurigo, affronta tematiche politiche di attualità nel dibattito culturale dell’epoca.
Sempre nel 1971 sperimenta anche il linguaggio cinematografico, girando, insieme col fratello Giancarlo, il lungometraggio
Vacanze nel deserto, che mostra
Camilla, il pittore
Errò e
Dino Buzzati come attori.
Da quell’anno riprendono anche i suoi soggiorni periodici a New York, dove torna regolarmente a dipingere nel suo studio di Dowtown. Qui stringe amicizia con
Saul Steinberg e
Richard Lindner.
Nel 1973 pubblica su alcuni giornali l’annuncio:
Send me an image: Valerio Adami, painter, is looking for images.
L’anno successivo soggiorna a lungo in Baviera e collabora con lo scrittore
Helmut Heissenbüttel alla pubblicazione del volume
Das Reich.
Nel 1975 viaggia tra Città del Messico e Los Angeles. A Parigi stringe amicizia con
Jacques Derrida e realizza il manifesto per
Glas, che diventerà quasi un simbolo del
pensiero decostruzionista.
In occasione della mostra presso la Galerie Maeght,
Derrida scrive
+R (par dessus le marché), che verrà poi inserito nel volume
La vérité en peinture.
Sempre nel 1975,
Marc Le Bot pubblica un lungo saggio sulla sua pittura, dal titolo
Valerio Adami: Essai sur le formalisme critique.
Nel 1976 si reca per la prima volta in India, dove ritornerà spesso, affascinato da alcuni aspetti delle cultura di quel grande paese e dal messaggio di
Gandhi.
Espone alla Galerie Maeght di Barcellona e poi di Zurigo; il
Centre d’Arts Plastiques di Bordeaux organizza una sua mostra.
Nel 1978, durante uno dei suoi abituali soggiorni a New York, dipinge i primi quadri ispirati alla mitologia classica, riletta in chiave contemporanea.
Compie quindi un lungo viaggio nei paesi nordici dove scopre la pittura di
Akseli Gallen-Kallela.
Nel 1979 il
Museo de Arte Moderno di Città del Messico organizza una sua mostra antologica che comprende i lavori dal 1971 al 1978; la mostra sarà poi trasferita presso l’
Israel Museum di Gerusalemme.
Come è sua abitudine, Adami soggiorna a lungo in questi paesi dove vengono esposte le sue opere. Nel 1980
Italo Cavino scrive Quattro fiabe d’Esopo per Valerio Adami.
Sue mostre personali si tengono a Parigi, Caen, Grenoble.
Durante il suo soggiorno a New York riprende i temi mitologici con
Pandora’s Box,
Oedipe et le Sfinx.
Nel 1981 torna in India e vi soggiorna a lungo.
Sinopie con quattro fiabe di Italo Calvino e uno scritto di Amelia Valtolina
Muore
Aimé Maeght, col quale aveva stabilito un rapporto che era molto più stretto di una semplice collaborazione tra artista e mercante.
Trasferisce la sua residenza nel Principato di Monaco, ed apre un grande studio affacciato sul porto di Montecarlo, che diventa un luogo abituale del suo lavoro.
Nel 1983 la
Galerie Maeght di Parigi organizza ancora una sua mostra presentata in catalogo da
Italo Calvino.
In occasione della mostra presso la Fuji Television Gallery di Tokio, soggiorna in Giappone.
Nel 1984 realizza otto grandi vetrate per l’Hôtel de Ville di Vitry. Espone alla
Marisa del Re Gallery di New York, poi ad Aix-en-Provence, Madrid, Amsterdam.
Nel 1985 il
Centre Georges Pompidou di Parigi organizza una sua grande retrospettiva, curata da
Alfred Pacquement; nel catalogo scrivono anche
Dore Ashton,
Jean-François Lyotard,
Hubert Damisch.
Nell’anno successivo la mostra sarà trasferita al Palazzo Reale di Milano.
Realizza a Ginevra la scenografia per lo spettacolo celebrativo del 450° anniversario della
Riforma calvinista.
Dipinge
Gottfried Keller ritratto come pastore e
Anagrammi.
Nel 1987, dopo il suo abituale soggiorno a New York, compie un lungo viaggio nei paesi nordici, seguendo l’itinerario delle sue mostre personali: prima a Oslo, poi a Copenaghen, Helsinki, Turku, Malmö. Dipinge
Finlandia, ispirato all’omonimo poema sinfonico di
Sibelius.
Tornato in Francia, realizza due dipinti monumentali per l’atrio della
Gare d’Austerlitz.
Nel 1988 dipinge il ritratto del musicista
Pierre Boulez, su commissione dello Stato francese.
La
Galerie Lelong di Parigi organizza una sua personale.
La Galleria d’arte Moderna di Bologna organizza la mostra
Mnemosyne, con una serie di manifestazioni culturali che l’accompagnano.
Nel 1989 l’editore Plon pubblica la versione di suoi taccuini col titolo
Les règles du montage.
Per le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione, Il Ministero della Difesa francese gli commissiona un dipinto commemorativo della battaglia di Valmy. Realizza anche un grande affresco sulla facciata del Théâtre Châtelet di Parigi.
Nel 1990 ritorna sul lago Maggiore, non più ad Arona ma a Meina, dove ha costruito, alta sul lago, una sua casa – studio che ha chiamato
I Diosperi.
Qui trascorrerà sempre più spesso qualche mese durante l’estate. Nel corso dell’anno espone a New York, Londra, Chicago. La città di Bruxelles organizza una sua mostra all’
Espace Médicis. La città di Valencia ospita una grande retrospettiva presso
l’IVAM Centre Julio Gonzáles: per il catalogo
Octavio Paz scrive il saggio
La Línea narativa.
Dipinge alcune opere di tema politico, tra cui
Pace in Medio Oriente.
Continuando la serie dei ritratti letterari, dipinge il ritratto di Leopardi.
Nel 1992 soggiorna a lungo in Messico.
La morte del padre gli ispira il dipinto
L’angelo.
Gli vengono commissionate quattro grandi pitture murali, che realizza nel 1993, per il
Park Hyatt Hotel di Tokio, progettato dagli architetti
Kenzo Tange e
John Morford.
Soggiorna a Tokio ancora nel 1994, quindi si trasferisce nello Sri Lanka, poi a Buenos Aires.
Rientrato a Parigi, dipinge
Penthesilea, e
Aeneas and Anchisae in a classical landscape.
Viaggia in Grecia, dove ritornerà anche nell’anno seguente.
La città di Siena gli dedica una mostra antologica presso i Magazzini del Sale. Nel 1995 espone al museo di Bochum, in Germania.
Legge
Calvary di W.B. Yeats, che gli ispira un’opera intitolata appunto
Calvario.
Dipinge il ritratto dell’amico
Luciano Berio.
Nuovo soggiorno in India nel 1996: dipinge
Benares paesaggio sul Gange; poi una grande mostra a
Palazzo Medici Riccardi di Firenze; mostra anche al
Palazzo delle Stelline di Milano.
Nel 1997 il
Tel Aviv Museum of Art gli dedica una retrospettiva curata da
Mordechai Omer e da
Alisa Padovano Friedman.
Crea per
Giancarlo Menotti il manifesto del
Festival dei Due Mondi di Spoleto, che ospita una sua personale.
Nel 1998 il Museo de Bellas Artes di Buenos Aires presenta una sua retrospettiva. Segue una sua mostra presso Palazzo Magnani di Reggio Emilia.
Nel 2000 muore sua madre, alla quale dedica il dipinto
Par coeur.
Presso l’editore
SE viene pubblicata l’edizione italiana dei suoi taccuini, col titolo
Sinopie.
Costituisce a Meina la Fondazione Europea del Disegno, che organizza convegni e seminari ai quali intervengono molti noti intellettuali italiani ed europei.
Dipinge il ritratto di
Hermann Hesse.
Lo scrittore
Antonio Tabucchi, col quale intrattiene da tempo rapporti di amicizia, dedica al suo lavoro il racconto
Le cefalee del Minotauro.
Nel 2001 compie ancora un viaggio in India e visita l’ashram di Gandhi ad Ahmedabad.
Da questo soggiorno nasce il dipinto
Indian Wedding.
Quando non è in viaggio, trascorre le varie stagioni dell’anno tra Parigi, Montecarlo e Meina: a Meina dedica la sua giornata soprattutto al disegno, mentre dipinge per lo più a Parigi e Montecarlo.
Nel 2002 la
Galerie Forsblom di Helsinki organizza una sua personale:
Omaggio a Gallen-Kallela.
La
Galerie Marlborough di Montecarlo presenta una personale coi suoi lavori recenti;
inizia la sua collaborazione anche con la
Marlborough Gallery di New York.
Durante l’estate tiene una conferenza su
Cézanne nella casa dell’artista ad Aix-en-Provence.
L’editore
Galilée pubblica i suoi taccuini col titolo
Dessiner.
Soggiorna a New York in occasione della sua personale presso la Marlborough Gallery.
Torna a Valencia con una sua mostra sul tema del disegno di forma chiusa:
En forma cerrada.
Nel 2003 realizza le scene per l’
Olandese volante di
Richard Wagner, su commissione del
Teatro San Carlo di Napoli.
Durante l’estate realizza due grandi dipinti per il Mandarin Hotel di New York.
Nel 2004, in occasione delle Olimpiadi, il
Museo Frissiras di Atene gli dedica un’importante retrospettiva.
Presenta anche la mostra
Stanze al
Museo Villa dei Cedri a Bellinzona.
Nell’estate inaugura il terzo seminario
Ekphrasis alla
Fondazione Europea del Disegno.
Espone alla Galerie Templon di Parigi le opere recenti col titolo:
Préludes et Aprés-ludes.
Nel 2005 la
Marlborough Gallery di Madrid presenta una mostra dei suoi disegni e cartoni di grande formato.
Fa parte della giuria del
Festival del Cinema di Locarno, per il quale realizza anche il manifesto.
In occasione della sua mostra di disegno presso il
Museu Nogueira da Silva, l’
Universidade do Minho di Braga (Portogallo) organizza un seminario sulla sua opera.
Nel 2006 riceve il premio alla carriera dal
Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, che ospita la mostra retrospettiva
Adami d’après Adami.
Per le edizioni Maeght esce
Adami (sinopia).
Nel 2007 la
Galerie Forsblom di Helsinki organizza la sua personale
Paintings of perplexity.
Jean-Luc Nancy pubblica
A plus d’un titre, dedicato al suo ritratto di
Derrida.
Stringe amicizia col filosofo
Mischel Onfray, che nel 2008 scrive il saggio
Le chiffre de la peinture. L’oeuvre de Valero Adami, in occasione della sua retrospettiva presso la
Médiathèque François Mitterand di Argentan.<br< L’anno successivo il
Palazzo della Promotrice di Belle Arti Torino ospita la retrospettiva sua e di Camilla col titolo
Camilla ADAMI Valerio.
Il
Museo d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia organizza una mostra della sua grafica e gli assegna il Premio Internazionale di
Grafica Do Forni.
Sue mostre personali si aprono a Parigi, presso la
Galerie Daniel Templon, a Berlino, presso la
Galerie Michel Haas, a Londra, presso la
Mayor Gallery.
Nel 2010 il
Boca Raton Museum of Art di Miami organizza una sua mostra antologica.
In questi ultimi anni conduce una vita più raccolta, tra Parigi e Meina, più raramente a Montecarlo, dedicando tutte le sue energie al disegno e alla pittura: “
Alla sera, concluso il mio disegno, mi ritrovo con le mani giunte – homo religiosus”, ha dichiarato ultimamente.
Tuttavia l’attività espositiva continua incessante in Italia, in Francia, in Germania, in Inghilterra. Tra le sue esposizioni in istituzioni pubbliche, bisogna ricordare almeno:
Quadri di lettura al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (2011);
Allegorie presso il Museo di Ravenna (2013);
Transfigurations presso la cappella Saint Sauveur di Saint-Malo (2016).