Nella Sala delle prigioni di Castel dell’Ovo, Michele Circiello espone quaranta lavori.
La mostra è a cura di Morra Arte Studio con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura del Comune di Napoli.
Tracce di un passato lontano, rivisitato e riletto attraverso le suggestioni di frammenti ricomposti grazie ad emozionanti accostamenti di colori e materiali.
Circiello subisce il fascino dell’archeologia dell’Era Paleolitica e realizza opere che richiamano le magie di Altamira, il Gargano mitico, le cappelle rupestri della sua regione di origine, ma non solo. Una pittura “primitiva” che indaga l’uomo, la storia, gli archetipi e rievoca antiche atmosfere con la solarità dei colori delle terre del Sud.
Antichi guerrieri, arcieri, cavalieri e animali, insieme a forme e segni densi di magia e simbologia, sono i protagonisti delle steli, degli scudi e delle grandi e pittoresche Aure rupestri, cui si è dedicato negli ultimi anni. Michele Circiello riporta in vita le tracce che l’uomo ha lasciato sulle pareti delle caverne migliaia di anni fa adoperando la tecnica dell’affresco su forme tonde come scudi o curve come mezzelune; mescola intonachino e polvere di marmo, colori ad olio e ad acqua, sabbia di fiume, colle e tessere di mosaico, bulloni e lastre di pietra del Gargano.