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Francesco Messina
Sua la nota scultura del Cavallo morente per la sede centrale dell RAI a Roma.

Cavallo

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Francesco Messina


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    Francesco Messina nasce a Linguaglossa in provincia di Catania in una famiglia molto povera. Cresciuto a Genova dove ha studiato e vissuto fino all'età di trentadue anni, si trasferì da qui a Milano. È considerato dalla critica tra i più grandi scultori figurativi del Novecento italiano, insieme a Giacomo Manzù, Arturo Martini, Marino Marini, Felice Mina. È l'autore di alcuni dei maggiori monumenti del Novecento italiano: Santa Caterina da Siena (1961/2), collocata sul lungotevere di Castel Sant'Angelo (che raffigura la cantante ed attrice Maria Sole, utilizzata da Messina come modella[2]); la Via Crucis di San Giovanni Rotondo; il Cavallo morente della RAI; il Monumento a Pio XII nella Basilica di S. Pietro. Le sue opere figurano nei più prestigiosi musei del mondo: Berna, Zurigo, Göteborg, Oslo, Monaco di Baviera, Parigi, Barcellona, Berlino, San Paolo del Brasile, Buenos Aires, Venezia, Mosca, San Pietroburgo, Vienna, Washington, Tokyo. Dal 1922 iniziò ad esporre regolarmente le sue opere alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia e tra il 1926 e il 1929 partecipò alle esposizioni del gruppo artistico Il Novecento Italiano a Milano. Nel 1932 si trasferisce a Milano, dove ottiene dopo un concorso nazionale, nel 1934 la cattedra di scultura presso l'Accademia Brera di cui divenne, dopo soli due anni, il direttore. In quegli anni scrive di lui Carlo Carrà: la scultura di Francesco Messina si caratterizza per un fare semplice e grandioso e per procedimento idealistico e classico, in grado di dar vita a forme che restano come immagini ideali. (Carlo Carrà, Francesco Messina scultore, Galleria Milano, marzo 1929). Negli anni trenta partecipa a molte importanti mostre collettive d'arte italiana a Barcellona, Berlino, Berna, Göteborg, Monaco di Baviera, Oslo, Parigi, San Paolo del Brasile, Zurigo. Nel 1934 esegue Giobbe, scultura in bronzo, oggi conservato nella Raccolta di Arte Contemporanea del Duomo di Ravello. Nel 1935 esegue il grande monumento a Cristoforo Colombo nella città di Chiavari. Nel 1936 è nominato direttore dell'Accademia di Brera, carica che manterrà fino al 1944. Nel 1937 esegue per la città di Pavia il monumento equestre, detto del "Regisole", a ricordo di un altro monumento romano dedicato all'imperatore Antonino Pio e distrutto dai soldati francesi nel 1796. Nello stesso anno realizza il Ritratto di Salvatore Quasimodo, busto in bronzo. Nel 1938 Giorgio de Chirico a Roma e Salvatore Quasimodo a Torino presentano due sue mostre personali. Scolpisce il gruppo monumentale in marmo di San Carlo recante il perdono ai deputati ospitalieri per l'Ospedale Maggiore di Niguarda a Milano. Realizza, ancora per la città di Pavia, la gigantesca statua della Minerva. Nel 1942 vince il Premio di Scultura alla XXIII Biennale Internazionale d'arte di Venezia, dove tiene una mostra personale con quindici sculture e diciassette disegni. Nel 1943 è nominato Accademico d'Italia. Caduto il regime fascista è temporaneamente allontanato dall'Accademia, per il solo fatto di esserne stato direttore nel periodo fascista, riottenendo però, già nel 1947, la cattedra di scultura. Sempre nel 1947 partecipa all'esposizione di scultura e grafica a Buenos Aires nella Galleria Muller riscuotendo notevole successo. Nel 1949 espone alla 3rd Sculpture International di Filadelfia assieme a Marino Marini e Picasso. Nel 1956 partecipa con una mostra personale alla XXVIII Biennale di Venezia. Nel 1963 esegue il grande monumento a Pio XII per la Basilica di San Pietro in Roma e il busto di Pietro Mascagni per il Teatro alla Scala. Nello stesso anno a Firenze gli viene conferito il Premio Michelangelo per la scultura. Nel 1966 esegue su commissione il Cavallo morente per la Rai, che diverrà il simbolo dell'azienda pubblica radiotelevisiva e che è esposta all'ingresso della sede principale a Roma. A fine anno risponde all'accorato appello di Carlo Ludovico Ragghianti che chiede un'opera in dono a moltissimi artisti a sostegno della città di Firenze, gravemente ferita dall'alluvione del 4 novembre. Messina generosamente invia la scultura Stallone del 1958, dal 2014 esposta al Museo Novecento di Firenze. Romantica, 1973 ca. Milano, Fondazione Cariplo Nel 1968 esegue il monumento a Pio XI per il Duomo di Milano. Nei primi anni settanta gli viene assegnata la Sala Borgia della Galleria vaticana Paolo VI, dedicata all'arte sacra contemporanea, come sede di un'esposizione permanente di venti opere di soggetto sacro. Nel 1974 viene aperto a Milano il Civico museo-studio Francesco Messina nell'antica chiesa sconsacrata di San Sisto al Carrobbio. In quello che sarà fino alla sua morte lo studio ufficiale dell'artista, espone permanentemente circa ottanta sculture (gessi, terrecotte policrome, bronzi, cere) e una trentina di opere grafiche (litografie, pastelli, acquarelli, disegni a matita) donate al Comune di Milano. Nel 1978 partecipa a due grandi mostre in Unione Sovietica presso il Museo Puskin di Mosca e l'Ermitage di Leningrado che poi aprirono delle sale dedicate grazie alla donazione di circa 40 opere di scultura e altrettante di grafica. Nel 1981 nell'ex chiesa di San Francesco a Pordenone si tiene una mostra di disegni inediti[3] e contemporaneamente una mostra scultorea presso il Palazzo Ragazzoni-Flangini-Bili di Sacile. Tra il 1984 ed il 1986 vengono esposte le sue sculture al Theseus Tempel di Vienna, allo Hirshhorn Museum di Washington ed alla Gallery Universe di Tokyo Fino alla sua morte, avvenuta nel 1995 a Milano, continua il suo lavoro di scultore e pittore e, assistito dalla figlia Paola, corregge e completa le numerose biografie a lui dedicate e pubblicate in tutto il mondo.
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