Giorgio de Chirico, trai i più importanti esponenti dell’avanguardia artistica del ‘900 e principale esponente della Metafisica, credeva che la prospettiva tradizionale, basata sui principi matematici della proiezione prospettica, fosse troppo limitante e non riuscisse a catturare l'essenza più profonda e soggettiva della realtà.
Ettore e Andromaca - Giorgio de Chirico
Giorgio de Chirico sviluppò così una sorta di "prospettiva metafisica" che consisteva nell'alterare le linee di fuga della prospettiva o nell’inserirne di diverse nella stessa scena diverse creando situazioni paradossali, alterava inoltre le proporzioni degli oggetti e dei paesaggi per creare un senso di profondità che sfidava le leggi fisiche.
In sintesi de Chirico non sbagliava le prospettive ma le manipolava volutamente per creare sensazioni di spaesamento ed inquietudine, un'arte carica di significati simbolici e di allusioni filosofiche senza tempo.
L'arcobaleno - Giorgio de Chirico
La pittura di Giorgio de Chirico è stata influenzata dalla filosofia e dall'estetica dell'epoca, che sulla scia degli studi sull’inconscio di Freudaffrontavano il tema dell'ansia e l'alienazione dell'uomo moderno.
I principi estetici di de Chirico, e più in generale la metafisica, continuano ad influenzare gli artisti contemporanei come accade nell’opera dell’artista napoletano Antonio Nunziante, dove suggestioni oniriche e atmosfere misteriose ed enigmatiche, sono tenute insieme da un travolgente uso della luce.